Seminari 2011

 Seminari 2011 - Scuola di Psicoterapia Sistemico Relazionale

Sabato, 22 Gennaio 2011

"La terapia come ipertesto"
Massimo Giuliani, Flavio Nascimbene

 Sede: Hotel Cà del Galletto - Via Santa Bona Vecchia n. 30 - Treviso

 

Da alcuni decenni la narrazione è la metafora chiave di un modo di fare terapia: come cambia la terapia se il modello di narrazione che utilizziamo è quello ipertestuale, e se vediamo la conversazione terapeutica come un modo di restituire virtualità alla vita e alle vicende delle persone?

La giornata di studio condotta da Giuliani e Nascimbene con gli allievi del Centro Terapia Familiare Eidos ha cercato di rispondere a queste domande e di prospettare un modo di fare terapia autenticamente postmoderno e narrativo, perché all'idea di cura come riscrittura di una storia preferisce quella di moltiplicazione dei modi di raccontare una vita, una relazione, un problema esistenziale. Terapeuta e paziente come autori e lettori, ciascuno portatore di una storia che l'altro legge attraverso la lente della propria.

Una prospettiva coerente con il modello milanese, sempre più terapia di "punti di vista", e con alcune delle tendenze più interessanti della recente narrativa, che raccontano un sé molteplice e ipertestuale, e ci consegnano un bagaglio di metafore ipertestuali del corpo e della biografia.

Giuliani M., Nascimbene F., (2009) "La terapia come ipertesto", Antigone Edizioni, Torino

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Sabato, 12 Febbraio 2011

“Terapia sessuale sistemica. La sfida della sessualità”
Teresa Arcelloni

 Sede: Hotel Cà del Galletto - Via Santa Bona Vecchia n. 30 - Treviso

 Foto: Manuela Bertocchi, Teresa Arcelloni, Piero Muraro

 

La duplice idea di fondo che è stata sviluppata da Arcelloni durante questo laboratorio interattivo, è quella, da un lato di legittimare la sessualità (considerato il suo carattere relazionale) come oggetto della narrazione terapeutica sistemica; dall’altro offrire una innovativa chiave di lettura e di trattamento dei disturbi del desiderio sessuale maschile e femminile, che pone al centro il desiderio sessuale, le sue evoluzioni e il suo sviluppo.

Arcelloni, riprendendo il concetto di “differenziazione del Sé” di D. Schnarch, va oltre il modello di deficit (modello sessuologico di prima generazione) e suggerisce l’ipotesi di una posizione terapeutica “meta” idonea a promuovere lo sviluppo dell’autonomia sessuale e la ri-distribuzione di responsabilità tra i partners della coppia, passando dal principio del “potere” – non potere” a quello di “volere – non volere”. Dalla prospettiva del sintomo come “mancanza”, alla prospettiva del sintomo come “risorsa”.

La sfida dunque di una terapia sessuale come terapia di coppia del desiderio centrata sullo sviluppo sessuale e non sulle funzioni sessuali dei partners.

Clement V. (2010) “La terapia sessuale sistemica”, Raffaello Cortina Editore, Milano

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Sabato, 26 Marzo 2011

"La Psicoterapia attraverso Bateson"
Giovanni Madonna

 Sede: Hotel Cà del Galletto - Via Santa Bona Vecchia n. 30 - Treviso

 Foto: Giovanni Madonna, Manuela Bertocchi

 

Ripercorrere la storia della vita e del pensiero di Bateson è stato il tema conduttore del seminario condotto dal dott. Madonna. Le idee e le teorie di Bateson, nate dalle sue esperienze personali e professionali, sono alla base del pensiero sistemico. Tuttavia queste stesse idee appaiono così difficili da comprendere da essere prese in considerazione spesso in modo parziale ed incompleto.

La lezione di Madonna ha presentato il pensiero batesoniano in modo chiaro e ordinato. Ha permesso di comprenderne aspetti che apparivano ostici, rendendoli basilari e perfettamente coerenti con quanto apprendiamo nel corso della scuola. I collegamenti costanti con la pratica clinica hanno permesso di cogliere anche l’utilità concreta di queste teorie, introducendo concetti fondamentali, come quello di gioco, di premesse, di rito, che continuamente affrontiamo ed incontriamo nello studio e nella pratica.

Particolarmente forte è stata la presentazione della base scientifica del pensiero di Bateson. Madonna, ci ha aiutato a cogliere quanto il nostro pensiero, psicologico e terapeutico, sia radicato nella cultura scientifica e possegga delle basi solide e accreditate. Un aspetto questo che ci rassicura poiché rafforza l’animo e le conoscenze di qualunque psicologo che senta il proprio pensiero difficile da motivare in modo oggettivo.

Madonna G. (2010) "La psicologia ecologica", FrancoAngeli, Milano

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Sabato, 16 Aprile 2011

“Il ciclo vitale della famiglia adottiva”
Antonio D'Andrea

 Sede: Hotel Cà del Galletto - Via Santa Bona Vecchia n. 30 - Treviso

 Foto: Antonio D'Andrea, Manuela Bertocchi 

 

Analisi, controlli, telefonate dei parenti, sterilità, dichiarazioni di disponibilità, servizi sociali, psicologi, assistenti sociali, colloqui di coppia, enti autorizzati, decreti idoneità tribunali giudici e istituti, tutto questo non è patologico, ma semplicemente complesso.

Il dottor D’Andrea, con i suoi racconti e la sua esperienza clinica, ha accompagnato gli allievi nella scoperta di questa complessità. Attraverso la narrazione del ciclo di vita, D’Andrea, ha reso possibile la comprensione di alcune delle peculiarità della famiglia adottiva che oggi sempre più viene incontrata in contesto clinico.

L’importanza di alcune ricchezze che il bambino adottivo porta con sé arrivando nella nuova famiglia, ricchezze che spesso vengono violate, negate e si vogliono dimenticare.

Il bambino porta con sé un nome, una cultura ed una storia che comincia ben prima di quella adottiva.

Come terapeuti dobbiamo incoraggiare la comprensione di questi aspetti nei genitori adottivi che accolgono il bambino in modo da accompagnarli nel divenire una famiglia.

Sabato, 21 Maggio 2011


“Modelli transgenerazionali di trasmissione del trauma”
Valeria Pomini

 Sede: Hotel Cà del Galletto - Via Santa Bona Vecchia n. 30 - Treviso

 Foto: Piero Muraro, Valeria Pomini, Cristina Pellizzaroli, Manuela Bertocchi

 

 L’esperienza del lavoro clinico svolto con pazienti affetti da gravi patologie, anche connesse a pregresse situazioni traumatiche, ha sollecitato la Dott.ssa Pomini ad approfondire la questione della trasmissibilità transgenerazionale del trauma: questo è stato il contenuto del seminario. Anzitutto è stato sottolineato come la conoscenza del trauma e la sua elaborazione siano importanti ai fini del trattamento. Un trattamento che trova nella narrazione un percorso privilegiato: dove la connessione del presente con il passato e la co-costruzione di una nuova storia, possono dare un nuovo significato e senso al disagio attuale.

L’incontro ha enfatizzato i concetti di relazione, di comunicazione e di tempo (aspetti fondamentali nel Milan Approach); dove esperienze, eventi, situazioni o contesti, con i quali non si ha avuto esperienza diretta, possono essere trasmessi, a distanza di tempo, e incidere sull’individuo senza che ne sia consapevole. Il concetto di trasmissibilità transgenerazionale del trauma può essere assimilato a quello di mito familiare. Mito che rappresenta una dimensione rilevante all’interno della storia della famiglia; ne definisce i significati, i modelli di comportamento, le relazioni e viene trasmesso tra le generazioni.

A titolo di annotazione conclusiva possiamo rilevare un’ampia varietà di posizioni rispetto  al modello proposto: di certo questo incontro ha permesso di aprire nuove riflessioni e nuove connessioni tra ciò che il relatore ha presentato e i concetti basilari dell’approccio sistemico. Ha indubbiamente contribuito ad offrire nuove chiavi di lettura per affrontare  il disagio che i nostri pazienti ci portano.

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 Sabato, 19 Novembre 2011 - ore 9.00-17.00

“Quando la malattia cronico degenerativa entra nella famiglia”

 Sede: Sala Congressi - Amministrazione Provinciale di Treviso

 Per maggiori informazioni clicca qui ________________________________________________________________________________________________________________

  Sabato, 27 Novembre 2011 - ore 9.30-17.30

“Multi level interventions with multi problem families"

 Eia Asen

 Sede: Hotel Europa, via Boldrini 11 - Bologna

 Foto: Piero Muraro, Eia Asen

 

Lavorare con le famiglie multiproblematiche rappresenta oggi come un tempo un campo d’azione che interroga molte professioni e molte prassi operative consolidate. La sensazione è di muoversi in un terreno scivoloso, di maneggiare un oggetto multiforme che non si lascia catturare da alcuna lente visuale, che sfida la capacità di operare con una multifocalità di visioni e che, infine, richiede un intervento talmente originale da pensarlo come “una sfida impossibile”. Karl Eia Asen ha raccolto questa sfida e nel corso del seminario ha presentato, ad una platea di futuri psicoterapeuti e counsellors, come opera all’interno del Marlborough Family Service di Londra di cui è responsabile e dove ha lavorato allo sviluppo della Terapia Basata sulla Mentalizzazione inserita rigorosamente nella cornice dell’approccio sistemico.

L’intento di agire mediante la creazione di contesti di apprendimento in cui le famiglie si psico-educano l’un l’altra; l’azione multi-livello dell’intervento verso le coppie, le famiglie, le reti sociale, istituzionale e professionale coinvolte e/o coinvolgibili; il lavoro esperienziale; la flessibilità di incontrare le famiglie anche  in ambienti naturali esterni al centro, quali la chiesa, le strada, la metropolitana, il tribunale, il bar, ecc. e molto altro, hanno affascinato, spiazzato e avvinto tutti i presenti per l’intera giornata. Un invito ad approfondire. (a cura di Daniela Ferrario)


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